Amazon è il passato non il futuro. Grazie Presidente Donald Trump. Finalmente è partito il riscatto e ridimensionamento di un’esagerazione.

Amazon è il passato non certamente il futuro. Evviva il Presidente Donald Trump che ha saputo dare, anche su questo tema, una svegliata al mondo. In realtà cosa sta facendo acqua da tutte le parti non è solo e soltanto l’abuso del web, ma lo stesso concetto di globalizzazione. Nel caso nessuno lo avesse compreso, siamo certamente entrati nella seconda globalizzazione se non in un’era di ristabilimento di un ordine che era andato smarrito.

Nel cercare di criticare ogni forma di revisione di una globalizzazione errata, si dice sempre che “indietro non si torna”. Ma chi l’ha detto? Cosa vuol dire non tornare indietro quando ci si rende conto della cretinata che si sta commettendo? Saper modificare una rotta che porta sparato sugli scogli e al naufragio, è sagacia per il Comandante. Solo uno stupido va diritto al macello. La globalizzazione ha massacrato la società Occidentale. In queste condizioni non è possibile non apprezzare la Brexit e Trump come risposte naturali.

Ovviamente si è in attesa di novità ben più importanti come, ad esempio, la fine dell’esportazione diretta dalla Ue delle merci negli Usa. Il nuovo port of entry statunitense sarà probabilmente, per la UE, la Gran Bretagna dove applicare dazi inglesi e statunitensi alle merci europee, destinate al mercato nord americano. 

Che nessuno gridi allo scandalo quando l’idea sarà applicata, perchè sono mesi che qui è scritto e diffuso come messaggio e allarme. La soluzione? semplice! Aprire una sede aziendale in Gran Bretagna o negli Usa.

In un mondo di questo tipo e finalmente in trasformazione dalla globalizzazione, Amazon è il passato. Si tratta di un qualcosa del genere “ci hanno provato”. Il riferimento è al social disordinato e senza regole che si sfaccetta in più brand. Addio Amazon, è meglio il negozio sotto casa.