Dazi disoccupazione immigrazione oltre a Brexit e Trump sono killer per la Ue. Una comunità europea così fragile può sfidare gli anni e proporsi come reale metodo politico unitario?

Dazi disoccupazione immigrazione, non solo, anche Brexit e Trump rappresentano a tutti gli effetti dei killer per la Ue e la globalizzazione. In effetti sia la prima che la seconda si sono trovati a sovrapporsi quasi che la sopravvivenza di uno condizioni l’altro. Peccato, perchè la globalizzazione è fallita e siamo in era post-globalizzazione, ma così è anche per l’Unione Europea?

La globalizzazione è fallita perchè ha introdotto in Occidente povertà e disoccupazione. Tutto è accaduto attraverso la delocalizzazione incontrollata. Si sarebbe potuto fare di meglio!

La Ue è anch’essa fallita perchè pur essendo un successo sul piano economico, in quello politico e monetario non ha reso. Non abbiamo nulla che accomuni 26 lingue diverse (erano 27). I programmi scolastici, lo stesso contratto di lavoro, il nome di “polizia” sulle auto/divise non è stato unificato (per esempio). L’Unione è stata una fabbrica di stipendi per pochi eletti ma non ha concluso nulla per il continente sul piano politico. A questo punto, abrogata o distrutta la Ue1 possiamo attente la Ue2 dopo un decennio di liberazione dalla UE1 in macerie? In effetti questa è la prospettiva più credibile a breve per l’Unione.

Una visione che non è affatto pessimistica alla luce della grande crisi d’autunno 2018 che vivremo. E’ possibile che l’Italia non lasci l’euro, ma ne venga espulsa. Tutti dovrebbero avere le idee piuttosto chiare sull’imminente crisi d’autunno e le sue motivazioni, peccato che se ne parli molto poco. Comunque la causa scatenante è riconducibile alla chiusura del programma Quantitative Easing a partire da ottobre 2018. Chiuso quel programma della Bce per stampare moneta da regalare alle banche affinché comprino titoli di stato, resta la domanda: chi comprerà titoli pubblici con rendimenti così contenuti?

Dazi disoccupazione immigrazione con Brexit e Trump sono i nuovi agenti del cambiamento.