Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione.

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Il quadro macroeconomico. Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione.
La Brexit e gli effetti della contrazione al commercio mondiale dagli Usa con l’amministrazione Trump, portano a uno stallo. Di questa nuova era, la Germania è destinata a subire il contraccolpo maggiore. La conclusione e il commento a questi dati di fatto è semplice. La locomotiva tedesca si sta fermando perché tutto il mondo sta ripensando il proprio metodo di sviluppo. Probabilmente proprio adesso andrebbero ripensate quelle alleanze, joint venture e strategie per meglio battersi sui mercati internazionali. Come instancabilmente dichiarato dal Governo della Germania, i Lander Orientali rappresentano una poderosa base logistica verso il profondo est d’Europa. Anche perché alla riduzione del commercio verso ovest potrebbe aprirsi quello a est. O meglio non è corretto dire che i flussi verso il nord America si contraggano. Probabilmente verranno dirottati tutti verso l’Inghilterra. E’ credibile che l’amministrazione voglia considerare l’Inghilterra come il port of entry americano in Europa. 

Motivazioni strategiche all’investimento in Germania

Un’impresa si spinge a collocarsi verso l’estero se motivata, in genere, da questi 3 passaggi:
a) produrre in un mercato difficile da raggiungere o per aggirare eventuali limiti doganali; (market seeking)
b) accedere a un mercato che è dotato di energie, risorse, qualità umane interessanti. Il tutto sostenuto da investimenti di fonte pubblica; (resource making)
c) utilizzare quel paese come base logistica per procedere oltre.

Una base logistica verso l’Est profondo

Negli ultimi decenni le relazioni economiche italo-germaniche si sono costantemente intensificate. Ciò riguarda sia l’interscambio sia gli assetti proprietari delle imprese. E’ quanto emerge dalle rituali ricerche pubblicate dagli organi di riferimento.  Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK-Italien) e DEinternational Italia Srl
Relativamente alla tipologia dei settori industriali interessati dalla presenza italiana in Germania emerge che:
Settori dove il nostro paese ha pesantemente investito:
Alimentari e bevande. Abbigliamento e materiali per edilizia. Metalli di base. Macchine e apparecchi meccanici. Servizi bancari e assicurativi.
Settori dove la presenza italiana è scarsa
Legno e prodotti affini. Pelli, cuoio e pelletteria, mobili, carta, editoria e stampa. Mezzi di trasporto, prodotti elettrici, logistica & trasporti, servizi ICT. La regione italiana più attiva in Germania è la Lombardia a cui segue il Veneto e l’Emilia Romagna.

Riguardo ai settori interessati alla sinergia, balza all’occhio quanto il legno sia sotto rappresentato. Perché gli imprenditori del parquet dovrebbero interessarsi alla Germania? Lo spiega la Signora Luisa Glasmer della Camera di Commercio italo-tedesca. La Germania è in grado di rappresentare un’importante piattaforma logistica di lancio verso il profondo est europeo. 

Nei Lander orientali (presenza italiana nulla) sono in azione dei robusti piani di sostegno economico alle PMI. Ciò rappresenta terreno fertile per identificare d’imprenditori con cui entrare in joint venture.

A tutti è nota la piaga della conflittualità spesso anche sul piano giudiziale, nell’est europeo tra partner locali ed occidentali. Questo problema è figlio di quel sistema giudiziario. Se questi aspetti chiari a tutti e chi ci è passato ha dovuto mettere mano al portafoglio per uscirne. Al contrario saper di contare su un ordinamento giuridico obiettivo, come quello tedesco, fa la differenza.


Perché gli italiani hanno scelto d’agire dalla e in Germania. Fattori di competitività
La Germania appare fortemente competitiva, rispetto all’Europa in genere, come infrastrutture e qualità di vita. Brilla la facilità d’accesso alla ricerca e sviluppo per nuove tecnologie. Il contesto competitivo, l’assenza di taglieggiamenti – pizzo e intrusioni malavitose nella gestione aziendale. 

Modalità d’ingresso nel mondo imprenditoriale tedesco
Una consistente parte d’imprese italiane in Germania (il 31%) ha maturato l’idea nel corso degli anni Duemila. Il 42% risale agli anni Novanta. In termini di tipologia di attività, il gruppo d’aziende più recente ha scelto, un’impresa completamente ex novo. Il secondo gruppo preferì rilevare nomi e marchi già attivi. Nel 70% dei casi gli italiani preferiscono rilevare la totalità della proprietà aziendale. 


Intervista alla Signora Luisa Glasmer della Camera di Commercio Italo tedesca di Milano. Indirizzo email: Glaesmer@deinternational.it
Il mercato tedesco (82 milioni di abitanti) e sempre stato particolarmente attraente per le aziende italiane. Il criterio operativo italiano è stato per un investimento diretto creando una rete di distribuzione. Inoltre le ultime riforme sociali e fiscali tendono a ridurre gli oneri fiscali e il costo del lavoro. I nuovi Länder sono sicuramente le regioni preferite dagli investitori stranieri. Ai fattori di interesse tipici di un paese dalla forte economia si combina l’attrattività degli incentivi agli investimenti. IZ Investment Allowance e Joint Task Program dal 30% al 50% per le PMI e incentivi per R&S. A questi fattori economici si sommano anche fattori logistici come trampolini per i mercati dell’Est-Europa.

Le agenzie di marketing territoriale forniscono assistenza nell’identificazione di potenziali partner. Nella scelta delle locazioni, nell’adempimento di pratiche burocratiche e nell’inserimento nei network associativi settoriali e locali (www.gtai.de). Domanda: Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione. Cosa ne pensa? Glasmer: ne siamo coscienti.

La natura della crisi. La doppia crisi

La grandiosa esposizione verso l’estero che caratterizza l’economia tedesca è la sua fonte principale di guai. Come l’economia mondiale rallenta ciò si ripercuote anche sull’industria tedesca. La crisi tedesca è però diversa da quella anglosassone. Gli inglesi e americani hanno troppo delocalizzato, affidandosi eccessivamente alla finanza e al terziario. In questo senso Usa e UK soffrono una “doppia” crisi. Al contrario quelle nazioni che hanno conservato un forte apparato produttivo, soffrono meno. 

Intervista al Signor Christoph Windscheif. Indirizzo eamil è: c.windscheif@bdf-ev.de. Responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Associazione Tedesca di parquet.

Domanda: In Germania c’è un’associazione di categoria?

Windscheif: si, abbiamo una nostra associazione di categoria nel quadro della FEP. Il sito è www.parkett.de 

Domanda: gli operatori tedeschi apprezzano contatti in sinergia con altri produttori europei?

Windscheif: il sistema produttivo tedesco è, se non il più aperto, sicuramente molto disponibile alla sinergia. 

Domanda: il Governo Tedesco favorisce i rapporti di collaborazione tra produttori di diverse nazionalità ?

Windscheif: Nel settore dell’industria il Governo sostiene in particolar modo l’export (programma AUMA www.auma.de) 

Domanda: Quali sono i mercati di sbocco del parquet tedesco e nel caso di importazione da chi comprate?

Windscheif : in termini di export la Germania ha esportato in Svizzera (per circa 1 milione di mq). In Austria (815.000 mq). Francia (564.000 mq). Italia (385.000) ed infine in Russia per 241.000 mq. L’import ha riguardato invece l’Austria per 3 milioni di mq, la Polonia per 1,2 mil/mq. Quindi la Cina per 776mila e infine l’Indonesia per 744.000 mq. 

Domanda: la Cina è vostro concorrente?

Windscheif : la Cina è diventato un severo competitore, specificatamente nel settore del low price. L’import cinese è in crescita dell’80% 

Domanda: come si usa il parquet in Germania?

Windscheif :indicativamente il 5% dei pavimenti tedeschi è di legno.

Domanda: Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione. Cosa ne pensa?

Windscheif: è vero ma lei è pessimista! 

Intervista a un produttore italiano che opera in Germania. La CHIMIVER PANSERI Spa di Pontida (Bg) www.chimiver.com 

Domanda: grazie Signor Nevio Panseri per aver accettato un’intervista da Professional Parquet. Lei è il direttore generale della società. Può raccontarci cosa rappresenta la sua presenza in Germania? In particolare ritiene corretto il titolo. Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione?

Nevio Panseri: a oggi Chimiver vende i propri prodotti nel mercato tedesco attraverso un unico rivenditore che si chiama OLIVENHOLZPARKETT. Vendiamo da diversi anni su questo mercato, ma solo da tre anni fa abbiamo deciso di investirci di più. A conferma di ciò, Chimiver ha partecipato alle ultime tre edizioni del Domotex a Hannover. E abbiamo anche ampliato l’area espositiva da 50 a 100 mq.

Ci siamo inoltre associati al GEV (Gemeinschaft Emissionskontrollierte Verlegwerkstoffe), ottenendo ad oggi 4 certificazioni prodotto in EC1 (very low emission). Solitamente il posatore tedesco è molto attento a questi aspetti. Al momento abbiamo altri 2 prodotti in fase di certificazione. Sul titolo dell’articolo, Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione, lo trovo molto inquietante ma affascinate. 

Domanda: se ha scelto di operare in Germania ci sarà un motivo, può descrivercelo?
Nevio Panseri: Potenzialità e competenza del mercato. Nel nostro settore vendere sul mercato tedesco, significa poter operare ovunque.

Domanda: si dice sempre Germania, ma a ben guardare un Lander è diverso dall’altro?

Nevio Panseri: Ad oggi ci stiamo impegnando nelle zone di Colonia e Berlino. In futuro abbiamo in previsione di iniziare nella zona di Monaco.

Domanda: i consumi tedeschi sono uniformi in tutto il Paese?

 

Nevio Panseri: Ritengo siano uniformi

Domanda: si avvantaggia di fondi UE?

Nevio Panseri: No, ad oggi ci stiamo auto-finanziando.

Domanda: è alla ricerca di sinergie con altri produttori per ampliarsi? 

Nevio Panseri: Con altri produttori direi di no, siamo soliti muoverci da soli. Ovviamente siamo alla ricerca di nuovi distributori nelle zone libere.

Domanda: Signor Panseri cosa significa sul mercato CHIMIVER?

Nevio Pansieri: siamo stile italiano nel mondo con 50 dipendenti e 15 milioni di euro di fatturato.

Conclusione al Dossier Germania. Una locomotiva ferma in stazione.

La Germania è importante per lo sviluppo di ogni paese. Prosegue ad essere forte anche se sta progressivamente perdendo colpi. Questo significa che pur scadendo in forza e importanza resta un mercato di riferimento. E’ necessario aprire delle sedi di produzione nell’area mitteleuropea.

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