Internazionalizzazione negli Usa: come aprire una sede in Nord America. E’ il sogno di molti imprenditori, peccato che sia possibile farlo, ma nessuno l’ha capito! Quando si parla d’imprenditoria piccola, piccola, piccola.

Internazionalizzazione negli Usa resa ampiamente possibile dai fondi messi a disposizione dallo Stato Italiano. Un bel progetto che entro 90 giorni potrebbe riceve l’ok se ben impostata la domanda. Però tutti (TUTTI) gli imprenditori a cui è stato proposto hanno risposto NO.

Come mai degli imprenditori che vorrebbero crescere dicono di NO al sostegno dello Stato per crescere all’estero?

Le ragioni sono essenzialmente due.

a – il consulente che consiglia questa formula non è conosciuto dall’azienda.

b – i fondi, pari al 12,5% del fatturato medio triennale, a sostegno del progetto, vanno restituiti. Per la precisione ritornano allo Stato nell’arco di 8,5 anni con preammortamento di 18 mesi. La sola idea di dover restituire in 10 anni senza interessi quei 130-150mila per il progetto fa letteralmente impazzire di paura i piccoli imprenditori.

Al punto “a” si obietta: se non lo conosci, impara a relazione con il consulente! Ebbene questo passaggio è estremamente difficile. Gli imprenditori nel loro essere presuntosi non sanno imparare e conoscere, ma vogliono essere accettati. E’ un cotrosenso.

Relativamente al secondo punto, anche qui il capo dell’azienda scivola su una buccia di banana. Il consuelente non prende i soldi e scappa. Anche perchè i fondi sono assegnati all’azienda e non al consulente. Questo dettaglio sfugge ai terrorizzati piccoli e ancora piccini imprenditori.

Il controllo dei fondi comporta, non solo ma anche, che per forza di cose bisogna collaborare. Non è finita. C’è un altro aspetto.

Il consulente si sposta all’estero e non torna (mesi e semestri) finchè non partono container di merce dall’Italia. Oppure finchè non è stata aperta e avviata la sede estera dell’impresa italiana.

Qui siamo in presenza di gente che realmente si sposta e risiede all’estero per lungo tempo. L’internazionalizzazione negli Usa, in queste condizioni è credibili, peccato che nessuno l’abbia compreso.