La maturità non è un esame riferito alla sola classe quinta, ma una prova!

La maturità viene spesso, troppo spesso, scambiata per un esame riferito alla classe quinta. Vedo gli studenti accanirsi nel riportare a pappagallo le frasi stampate sul libro. Peggio, mi capita anche d’addestrare dei ragazzi che si rifiutano di commentare! Non vogliono commentare perchè il loro punto di vista non è richiesto! Che bestialità. Addirittura mi rispondono che “non conosco come l’esame di maturità è svolto presso la loro scuola”.

A prescindere dalle 9000 ore d’insegnamento svolte. Quindi all’aver partecipato a molte commissioni d’esame come interno ed esterno. E’ chiaro che la frase dello studente: ma Lei non sa come si svolgono gli esami è “povera”.

Vediamo di mettere ordine su questo tema.

L’esame di maturità parte ovviamente da dei testi, che sono quelli in uso. Il riferimento al libro è UNA BASE DI PARTENZA. Serve aver studiato per poter avere un confronto. Chi ripete, bla…bla il testo ha studiato. Non lo si può bocciare. Pazienza, abbiamo un pappagallo in più nella società. Al contrario chi ha studiato, MA SA ESPRIMERE UN PROPRIO PUNTO DI VISTA è il maturo. Quel maturo che la scuola e la società stanno cercando.

Affermare che sul testo è scritta una cerca cosa e completarla con il PROPRIO PENSIERO, è il trionfo della maturità.

Il proprio punto di vista, non deve necessariamente collimare con il testo di riferimento. Il pensiero di cui è dotato un maturo, parte da una base e motiva le sue idee. Ecco che finalmente abbiamo la CULTURA. Ovvero la capacità di motivare un’idea. E’ CULTURALE QUELL’ATTEGGIAMENTO MOTIVATO di CHI SA DARE UN PENSIERO ALLE COSE CHE FA E ALLE SUE IDEE.

Purtroppo per quanto ovvio, questo ragionamento è osteggiato dagli stessi studenti. Persone che si blindano dietro “sta scritto che“, oppure, “non devo andare oltre al testo“. Persone da bocciare alla maturità.