Las Vegas vista come una moderna Sodoma e Gomorra. Una visione critica della città.

Las Vegas a me non piace! Certo sono strano e me scuso. Forse perché ci sono già stato una decina di volte. Oppure perché la temperatura d’estate è di 42-45 gradi. Magari perché comunque giri, ti trovi sempre a vedere gli stessi negozi. Nel caso volessimo trovarci in un ambiente propositivo cosa offrirebbe Las Vegas? Ancora non l’ho capito. Il gioco d’azzardo francamente non mi interessa. Resta lo shopping, ma alla lunga annoia. Quindi? Ecco che si scoprono tutti i limiti di una città giocattolo.

Ovviamente per vivere servono anche le aree ricreative. In effetti, nei pressi di Las Vegas, c’è un grande lago navigabile. Una diga da visitare. Un parco importante (la Valle della Morte). Considerando questi aspetti, Las Vegas diventa vivibile. Certo siamo solo a 4 ore da Los Angeles.

Allargano la visuale oltre la città, allora nasce l’interesse. Sui prezzi è possibile spendere poco o tanto. Dipende. Una suite, in prima periferia sud, in categoria Hilton, viene 130 dollari. E’ un buon prezzo! Un quarto di forma di Parmigiano Reggiano, al supermercato, si compra con 250 dollari. La gente del luogo è socievole. Le tasse per chi vive in città sono zero. E’ il gioco d’azzardo che paga le tasse per tutti. I parcheggi erano gratuiti e ora a pagamento.

In conclusione vale la pena una visita a questa Sodoma e Gomorra? Sapete cosa in realtà non apprezzo? La gente che si sbraga. Le persone vengono a Las Vegas per abbandonarsi, il che è comprensibile. Valido come atteggiamento per prendersi un relax. Il guaio è quando l’occasione diventa metodo di confusione mentale. E’ giusto lasciarsi andare. Qui in questa città, però, il lasciarsi è metodo e sistema. In ciò manifesta un’oggettiva pericolosità. In fondo purché la gente paghi va bene tutto. E’ questa incitazione a giocare e pagare che mi appare come uno spreco umano.