Le agevolazioni americane all’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Le agevolazioni americane all’internazionalizzazione non sono state pensate per l’Italia. In realtà rispondono al comune desiderio di ogni nazione d’accogliere lavoro e aziende. Nel caso americano, volute dall’amminsitrazione Obama e applicate dall’attuale Presidenza Trump,   sono reali e molto efficaci.

Essendo l’italia parte del mondo valgono anche per noi. Anzi bisogna riconoscere che l’imprenditore italiano gode di una stima che lo distingue da tutti. E’ il “made in italy” il nostro miglior biglietto da visita.

Oltre a quanto si è già pubblicato sull’argomento, ci sono dei dettagli. Le agevolazioni americane all’internazionalizzazione sono diverse a seconda dello Stato. Praticamente nulle in California, molto forti nel Michigan e in Texas. Decisamene interessanti nel cosiddetto “deep south“. Interessanti in Nevada.

Per poter accedere alle agevolazioni serve aprire una sede. Tale realtà con brand italiano dovrà assumere dalle 8 alle 12 unità lavorative americane. Ovviamente si aggiungeranno 2-3 italiani trasferiti negli Usa.

Delle agevolazioni del governo italiano si è già scritto abbastanza. Non solo, ma si è anche spiegato su questo argomento, l’immaturità dell’imprenditore medio italiano. Visioni provinciali e una strutturale paura-terrore. Paura d’essere fregato “da chi non si conosce” ma si è incapace di conoscerlo! Ancora paura di dover restituire in 10 anni una somma senza interessi che non si sa chiamare investimento.

Le agevolazioni americane all’investimento si spingono fino alla gratuità del terreno d’edificazione. Quindi anche l’urbanizzazione. Infine al rimborso delle spese di formazione sul personale. In alcuni casi alla contrazione a 8 dollari/ora contro gli usuali 10-12 per i primi 3 anni d’assunzione.

I vantaggi di una sede americana del brand italiano sono la concreta possibilità di crescere. Il mercato statunitense riconoscere chi c’è non chi è importanto tramite un importatore. La mentalità cambia e così anche la sensibilità al prodotto da parte del consumatore.

Questo è un pensiero di destra. Quello stesso che sta sostituendo la globalizzazione.