Lei non crede nei giovani prof! Me lo scrive un ragazzo. Prendo spunto da un’osservazione che mi offre un lettore meditando sui miei scritti.

Lei non crede nei giovani professore! E’ il grido di scandalo di un giovane uomo (un figliolo) mentre stiamo ragionando sulle ricerche di personale nelle aziende italiane. In Italia sta accadendo una cosa molto brutta. Le imprese assumo “giovani” (sotto i 35 anni) grazie ai contributi statali emessi dal precedente governo di sinistra per motivi elettorali. Fin qui nulla di scandaloso, è accaduto tante di quelle volte! Il problema però è che a parità di quantità di disoccupati tra “giovani” e over 55 anni, il governo del Pd ha scelto “i giovani”. Che porcata!

Non è finita. Il problema è molto più grave. Le imprese stanno assumendo ragazzini per pagarli poco, ponendoli in posizione di vertice. E’ questo il guaio. Ci troviamo con un direttore del personale trentenne o un controller 28enne. In realtà a quell’età si dovrebbe essere addetti o vice, non certamente incaricati di una responsabilità. Le conseguenze sono immediate! Le imprese italiane non fatturano come le altre nel resto del mondo. Il sistema industriale italiano è mediocre.

In una situazione così modesta a basse prospettive, è chiaro che l’industria italiana non ha idee. Perchè sono stati elevati a “manager” dei ragazzini? Lei non crede nei giovani prof. Non è questa la questione.

Io non credo in una società di ragazzi come in una di vecchi. Al contrario credo nella comunità che si adopera per il progresso. Per questo motivo non mi sentirei a mio agio in un paese fuori dall’area Occidentale. Il progresso è la mia fede e sono cattolico pur lontano dall’attuale Papato che disprezzo. 

Concludendo: va recuperato il SENSO E CONCETTO DI CARRIERA IL CHE SIGNIFICA ESPERIENZA. Un “giovane” lavora per 17-20 anni sotto un leader per diventarlo. Solitamente servono 25 anni per formare un manager. La Confidustria non ha capito il problema (e quando mai). Cosa ce ne facciamo di un’associazione di categoria così miope?