Nella caduta dell’Impero Romano ci fu un erroneo uso degli immigrati. Non è solo il Pd, in Italia, negli anni dal 2011 al 2017 a ricercare nell’immigrazione nuovi voti. Il vizio d’usare gli immigrati per fatti interni è vecchio! Roma impiegò “a mani basse” i barbari come fanteria d’attacco, contro altre tribù. Alla fine però, quest’impiego verso la sistematica carneficina, insegnò agli immigrati a combattere. Fu la fine.

Per la caduta dell’Impero Romano gioca un ruolo importante l’impiego di forze barbare nell’esercito romano. Roma fu travolta da massicce emigrazioni a causa della pressione Unna sui barbari dell’est Europa. Queste intere popolazioni barbare immigrate furono impiegate dai romani in diversi ruoli, non ultimo il servizio militare. E’ gioco forza che la fanteria d’attacco romana fosse “barbara”. In pratica quello che chiamiamo il “lavoro sporco” sul campo di battaglia.

In questo modo di fatto s’accelerò la caduta dell’Impero Romano. L’immigrazione è sempre un’arma a doppio taglio.

Le riflessioni qui discusse emergono dal testo La Caduta dell’Impero Romano di Peter Heather. Infatti è lo stesso Heather ad indicare nell’immigrazione non controllata la crisi di Roma.

Nell’universo barbaro, specie tedesco, Roma produsse un’involontaria evoluzione. Da semplici e poveracci barbari (non va dimenticata la strage del 9 d.C. presso la Selva di Teutoburgo) la carente politica di frontiera romana consolidò la resistenza. Significa che 400 anni dopo i fatti accaduti presso la Selva di Teutoborgo, si formarono nuove tribù barbare più potenti e strutturate. Fu contro queste nuove “super tribù” che Roma dovette confrontarsi e perse.

Roma nel divide et impera, spinse all’unità i barbari.

Si formarono così i Vandali e Visigoti. Assolutamente delle compagini sociali completamente nuove nel panorama barbaro germanico. I Vandali occuparono Cartagine nel 439, unendo definitivamente più tribù provenienti dalla Germania, passando per la Spagna. I Visigoti rappresentarono la gemmazione d’almeno 2 tribù che nel 376 si presentarono sul Danubio come immigrati. Roma li accolse.