Psicanalisi, Freud, sesso e amore: la cena di Natale

di Giovanni Carlini, sociologo economista

Ci siamo trovati! Per la cena di Natale eravamo allo stesso tavolo una psicanalista e io nel ruolo di sociologo. In realtà i padroni di casa credo l’abbiano fatto apposta, per godersi un sano scambio di battute. Parto all’arrembaggio della mia controparte e inizio a stuzzicarla affermando: credo che Freud sia superato, che ne pensi?
Lei risponde: I filosofi, teologici e medici, sia che ritenessero la natura dell’uomo fondamentalmente buona o del tutto malvagia, avevano per secoli spiegato il comportamento umano con il calcolo razionale, il fato, un disegno sovrannaturale o il condizionamento ambientale. In genere chi si ispirava alla religione tendeva a una spiegazione sovrannaturale, mentre i cosiddetti progressisti ne preferivano una ambientalistica, che ritenevano contenesse in sé una speranza di progresso e di redenzione, attraverso riforme sociali quanto economiche.
Freud poneva entrambe queste istanze in questione, sostenendo che la fonte dei motivi dell’agire umano, sostanzialmente il desiderio sessuale inteso quale molla di ogni agire, era radicato nell’inconscio. Ciò sposta definitivamente il punto di vista dell’uomo dal sovrannaturale e ambientale su sé stesso. Se Freud non fosse più attuale, allora avremmo abrogato il senso e valore dell’uomo quale motore della sua vita e interpretazione.
A una risposta di questo tipo, capisco che la serata è stata ben congeniata e di fatto ci siamo già “pagati il pasto”, infatti intorno a noi si è fatto un silenzio assoluto; tutti assorti nell’ascolto.

A questo punto tocca a me misurarmi con questa professionista veramente preparata.
Rispondo: Quello che dici è molto bello e rappresenta una corretta sintesi, per chilometri di pagine che hai maturato in questi anni e che ci hanno fatto compagnia. Senza dubbio Freud aveva un’opinione desolata della condizione umana, perché per lui quegli stessi legami fisici ed emotivi fra uomini e donne, genitori e figli che consentono di perpetuare la specie e rendono possibile la famiglia e la società, sono considerati la fonte principale dell’aggressività, della sofferenza e dell’infelicità. Ma ciò che lascia perplessi è la teoria di Freud secondo cui i bambini piccoli hanno forti desideri sessuali, la cui repressione e sublimazione apre la strada sia alla civiltà che al progresso, che all’ansia, alle nevrosi e alle forme più gravi di malattia mentale.

Freud non ha mai voluto mitigare questa visione, tanto che volgarizzandola siamo tutti pervenuti alla conclusione che il sesso è buono e la sua inibizione è cattiva. Infatti le inibizioni sono state da allora, denunciate come causa prima delle malattie mentali e la gratificazione e l’espressione del sé, approvate come la via per la salute e la felicità, che ci ha condotto al nichilismo.
Interviene una Signora: scusatemi se mi intrometto. Come mamma di 4 tra ragazzi e ragazze, ormai quasi tutti maggiorenni, vorrei dire che non ho constatato la teoria di Freud educando i miei figli. Non è vero che in piccola età i figli abbiano istanze sessuali, che invece ho riscontrato a partire dai 12 anni nelle ragazze e dai 14 nei maschietti anche se credo, concedetemi il dubbio, siano ancora, sulla soglia dei 20 del tutto potenziali. Quindi Freud è solo un teorico per stimolare noi adulti?
Intervengo immediatamente: attenzione signori, vi spiego il tiro di artiglieria; lungo-corto-centrato. In pratica vuol dire che il Professor Freud ha esagerato-esasperato un concetto, per stabilire il primato dell’uomo in un mondo che conosceva solo Dio o la sua assenza. Sostanzialmente oggi possiamo anche togliere la D da Dio e riconoscere l’IO. Avevamo 2 impostazioni contrapposte (Dio e l’ateo) e adesso ne abbiamo 3 (Dio, Io, l’ateismo) Questo ce lo ha insegnato Freud.
La psicanalista sorride: questa è una chiave di lettura nuova che devo meditare.
La conversazione prosegue per tutta la serata, quando una signora mi prende “da parte” chiedendomi: posso avere il suo aiuto? Io le rispondo: è Natale, ho avuto difficoltà a parcheggiare la slitta all’ingresso, ma mi arrangio! Il sorriso che ne segue significa che il “ghiaccio è rotto” e possiamo proseguire.
Mi chiede: mio marito non lavora più su me. Freud può aiutarci? Domando ovviamente il perché e la risposta è una non risposta: non si sa, il lavoro, la crisi, l’azienda, i conti che non tornano, i clienti che non pagano, la banca, il bilancio da aggiustare per non farsi tagliare gli affidamenti, Basilea, i mercati che dicono siano sani, ma noi tutto ciò non lo sentiamo se non alla giornata etc..
Rispondo: sono un freudiano e lo sa perché? Non credo nel sesso quale esercizio fisico, ma come sistema di comunicazione, a patto che s’inquadri in una continuità relazionale affettiva.

Esclusi gli adolescenti (che subiscono il sesso senza capirlo) alla nostra età di 50enni o giù di lì, in un quadro affettivo delineato sia di coppia che clandestino quindi continuativo, la sessualità è un sistema di trasmissione di dati, emozioni, concetti e punti di vista. Se lei Signora mangia ogni giorno, respira in ogni momento e vive, allora non può non comunicare anche con chi le sta a fianco e questo lo fa nell’intimità. Non si fa l’amore perché la giornata è andata bene e sono stati firmati dei buoni contratti, anzi, lo si fa soprattutto quando ogni cosa ti crolla addosso.
Ripeto, in una logica di relazione affettiva-emotiva continuativa, la comunicazione fisica non permette che si perda una sillaba, di quanto abbiamo bisogno di dire e sentire.
Quindi, cara amica, non perdere 1 giorno, sarebbe una quota di vita in meno che porti all’incasso quando non ne avrai più da spendere. Lei risponde: ho capito.
Aggiungo: sei poco scollata, provvedi.

La psicanalista dall’altra parte della stanza mi sorride e il tutto vale un bacio accademico.