La ricerca sociale. Criteri d’analisi del pessimismo/ottimismo

Recentemente l’organo italiano di statistica nazionale, ISTAT ha pubblicato una ricerca sociale. Da quest’analisi è emerso un importante ritorno d’ottimismo nella Nazione. In realtà il dato è stato mal interpretato. La motivazione di questa voluta cattiva lettura del dato sociale è politica. Nell’imminenza del referendum del 4 dicembre è meglio essere “ottimisti” ai fini del voto sul “si”. Perchè i dati sono reali, ma errata la sua lettura?

Dispiace vedere la ricerca sociale così strumentalizzata. Tra l’altro da chi non è stato eletto da nessuno (golpe in bianco in Italia). Il riferimento è al matteo renzi.

Tornando nello specifico, in realtà non è vero che ci sia una svolta nella popolazione in termini d’umore sociale.

L’ottimismo andrebbe letto in assuefazione! A tutti sono noti gli studi sulla sindrome da Stoccolma. Ebbene è la stessa cosa. Il pessimismo nella fase più acuta “evolve” in ottimismo per disperazione. 

Peccato che un concetto così noto nella ricerca sociale, non sia stato applicato. In realtà la distorsione non è tecnica, ma volutamente politica ed elettorale. In questo senso si conferma l’inadeguatezza dell’attuale governo illegittimo italiano. 

Ci sono possibilità d’uscire da questo pessimismo cosmico? 5 milioni d’immigrati e 3 di disoccupati! In realtà sarebbe possibile se anche in Italia ci fosse un nuovo leader, di cui però ancora non si vedono i contorni. E’ molto brutto quanto appena scritto. Pensare a una politica che non c’è rischia d’essere immaturo e inutile. Di fatto però non c’è un leader nazionale in grado d’essere eletto con argomenti nuovi. Quegli stessi argomenti che hanno permesso a Donald Trump di confermarsi alla Presidenza negli Usa.

Cosa chiedere a una nuova leadership?

  • uscire dalla globalizzazione per entrare nella post globalizzazione;
  • più industria meno finanza;
  • più lavoro e meno disoccupazione;
  • meno immigrazione, più sicurezza.

Auguriamoci buon lavoro perchè anche stavolta è dura!