Taccuino americano: Las Vegas (Nevada, Stati Uniti) 

Un lettore scrive:

«Caro prof, come al solito, nel suo ultimo articolo, “L’impresa padronale – it’s time to open our minds”centra drammaticamente l’argomento, perché descrive il vero problema generazionale che assilla tutti noi. Sono un imprenditore presente sul mercato siderurgico da 50 anni e sto lasciando l’azienda familiare a mio figlio. Non sono un’eccezione, nel nostro lavoro di distributori siderurgici esistono solo gestioni familiari. L’imprenditorialità si sviluppa in un contesto sano e costruttivo, partendo dall’esempio paterno alla vivacità giovanile dei nostri figli, pur dovendo ingerire giornalmente bocconi amari a causa di un mercato che dal 2009 ci crea non pochi problemi. Certo, dovremmo addestrare i nostri figli nel gestire l’impresa in ogni condizione creando o spiegando le diverse congiunture che s’accavallano nelle più stagioni, ma nonostante ciò, non possiamo creare situazioni ed esperienze artificialmente, per questo esistono le scuole e le università. Infatti quasi tutti i nostri figli sono laureati, laureandi o ci hanno seriamente provato. Nonostante ciò i nostri rampolli sono abituati troppo bene ed è tutta colpa nostra! Va anche detto, obiettivamente che le difficoltà di oggi, sono molto diverse rispetto a quelle dei miei tempi. Trent’anni fa la politica aveva un’ importanza relativa, al contrario oggi dipendiamo dallo Stato e dall’economia europea che impone i suoi cicli, tagli, moneta. In questo nuovo contesto anche i più navigati imprenditori naufragano, figuriamoci i figli. Prosegua professore ad aiutarci nel cercare la quadra – Un imprenditore nel settore della distribuzione prodotti siderurgici del nord Italia.»
A una lettera come questa, nonostante l’amarezza di fondo e i problemi reali che solleva, non si può che ringraziare di tutto cuore. Tutta la Redazione e io mi sento onorato d’aver ricevuto ed essere stato investito da queste “confidenze”. Grazie.
Passiamo ora alla fase operativa cercando delle soluzioni e il discorso, tutto di marketing, appare complicato, ma in realtà non lo è.

Vediamo un esempio pratico

A Las Vegas, in Nevada – Stati Uniti, tra i tanti alberghi ne esiste uno che si chiama “Bellagio”.

Come tutti gli hotel il suo scopo è di vendere camere. Nonostante ciò, per raggiungere i suoi obiettivi ha, con successo, perseguito una strada originale e completamente diversa dal solito e non solo stravagante perché a Las Vegas.

Sia all’interno che all’esterno dell’edificio alberghiero, il Bellagio ha sviluppato delle manifestazioni permanenti di grande attrattiva, per cui non c’è un turista che non si fermi in contemplazione. In particolare nel giardino d’inverno è presente un garden botanico di una bellezza così intensa, che gli architetti e garden d’America fanno a gara per parteciparvi nell’offrire l’ambientazione, piante e fiori. Non solo, all’esterno, ogni ora, degli altissimi giochi d’acqua, con schizzi oltre i 30 metri, uniti a supporto musicale, rendono spettacolo, specie alla sera, con un’estrema valorizzazione cromatica; eppure il Bellagio offre camere! Però le vende con un tasso d’occupazione del 100% senza potersi considerare a buon mercato. Il ristorante interno richiede 200 dollari a persona e fuori c’è la fila di turisti in attesa per un tavolo libero. La sensazione che si riceve, osservando tutti i clienti del ristorante all’uscita, è la loro soddisfazione. Un Colonnello dell’Esercito, Tim Decker, intervistato confessa: qui ho festeggiato un’importante avvenimento della mia famiglia, siamo in 6 abbiamo speso 1.200 dollari e siamo felici a Las Vegas.

Che a Las Vegas ci siano regole diverse rispetto gli altri mercati?

Analisi critica

Solo un paio di mesi fa un’acciaieria del nord est si chiede: vendiamo commodities e non siamo più capaci di trovare spunti originali, che si fa?

La risposta è contenuta nel “caso Bellagio”.

Quando un albergo si pone sul mercato per vendere camere, rischia di non trovare il cliente, ma se dalla nuda e cruda vendita si dovesse spostare sullo spettacolo, allora non saprebbe più dove ospitare i clienti dall’affluenza. Questo è il caso Las Vegas da studiare.

Che l’industria siderurgica debba aprire un parco giochi davanti ai suoi stabilimenti e rivendite? No, ma l’idea non è da scartare.

Infatti quando a quell’impresa siderurgica che cerca spunti originali è stato proposto di scrivere un libro per spiegare agli italiani che senza acciaio non c’è benessere, descrivendo le più fasi di lavorazione e il nome degli operai nei diversi stabilimenti del gruppo, la risposta è stata “NO”.

In pratica “noi queste cose non le facciamo”, però, c’è da aggiungere: resta la crisi. Il distributore di prodotti siderurgici cosa dovrebbe fare? Certamente se brevettasse una soluzione anche solo nella logistica del movimento merce all’interno del magazzino (è un’esperienza che è stata vista nascere nel 2010 in provincia di Vicenza) smetterebbe di vendere prodotti per farsi comprare idee. Le soluzioni ci sono e nascono da uno studio su misura, svolto di volta in volta, ma quando, pur in presenza di fondi gratuiti UE, gli imprenditori padronali non ne approfittano, allora il problema non è più solo relegato al passaggio generazionale, ma di una generazione d’imprenditori, maturi come giovani, che non riesce più a fare i conti in un mondo cambiato.

Conclusioni

Servono strumenti nuovi per vendere prodotti “vecchi” e soprattutto dei manager, che l’impresa padronale non vuole, non sa allevare e ricercare.

Auguriamoci buona fortuna.

Lo scopo del taccuino americano Usa è quello di prendere spunto da aspetti diversi e riordinarli in un ordine d’idee che sia utile a riunire 2 facciate della personalità umana: quella personale e professionale.

Mi spiego. Nell’era moderna la personalità degli Occidentali e comunque società evolute (non sono tutte quelle che rispondono ai 9 assetti culturali esistenti nel mondo) si è scissa almeno in 2 aspetti che generano un senso di solitudine e di non appartenenza da cui un disagio generalizzato. Il taccuino americano Usa risponde a questa necessità offrendo spunti e ragionamenti.

Foto tratte dal taccuino americano Usa: momenti di vista americana.

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