Terrorismo: questa riflessione è dedicata ai miei 187 cuccioli ai quali ho avuto l’onore di poter insegnare.

L’argomento riguarda il terrorismo e specificatamente i fatti recentemente accaduti in Belgio.

Cari ragazzi e studentesse,

come abbiamo sempre fatto in classe, in quest’anno scolastico, colleghiamo la realtà con la cultura. Mi spiego. Solitamente si parte dal libro di testo per introdurre delle capacità d’analisi negli studenti al fine di poter anche leggere l’attualità. Noi, al contrario, (ora vi svelo i segreti del nostro metodo d’insegnamento) abbiamo fatto il contrario. Dai fatti concreti d’attualità, vi ho portato alla riflessione e quindi all’identificazione sul testo (nel nostro caso l’Atlante geografico) del contesto umano, sociale, politico, culturale e di marketing che ci interessa. E’ chiaro che la lezione di oggi sarebbe stata sul Belgio sul quale arriviamo con la curiosità e il bisogno di sapere, anzichè la noia della scuola che procede con i suoi programmi. Detto questo cerchiamo di capire cosa sta accadendo.

Ricordate per cortesia il concetto di “fallimento della globalizzazione” discusso più volte in classe, ovvero del superamento di uno schema sociale-economico-politico che ha esaurito il suo tempo. Ebbene in questa fase di transizione, da un modello di sviluppo (la globalizzazione) ad un altro che forse potremmo chiamare “regionalizzazione”, c’è di mezzo il terrorismo. Analizziamo questo aspetto che solitamente anticipa una nuova era (fu così negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale).

Il terrorismo è una forma espressiva che anticipa una modifica importante nella storia dell’uomo. Trovandoci noi tutti in questa congiuntura (momento storico) ne stiamo vivendo gli effetti. Sappiate che il terrorismo fu molto forte negli anni Settanta e Ottanta del Novecento e infatti si preparò il passaggio da un mondo di blocchi (NATO contro blocco sovietico-PATTO DI VARSAVIA) a quello globalizzato. Non vi racconto tutti gli attentati che ci furono a Monza (1900) uccidendo il Re e a Sarajevo (26 giugno 1914) che aprirono alla grande sistemazione e distruzione dell’Occidente europeo, aprendo al secolo americano nel mondo. Concludendo questo passaggio, il terrorismo lo possiamo considerare come un segnale di transito da un modello evolutivo all’altro.

Entriamo nel dettaglio dei fatti accaduti ieri in Belgio. Partiamo dal presupposto che abbiamo vinto noi. Cosa vuol dire? Semplice! “Noi” occidentali produciamo idee e cultura indipendentemente dal credo religioso e politico, “noi” occidentali siamo tali indipendentemente dal colore della pelle, “Noi” occidentali abbiamo piena equivalenza tra uomo e donna (grazie alla quale è stata fondata la società dei consumi per cui siamo ricchi). “Loro” sono monocoltura, mono razza, mono religione e non hanno ancora scoperto l’importanza della donna nella società e nel ciclo economico, in pratica sono fermi a Tucidide (5000 anni fa). La conclusione è semplice: loro, il terrorismo, ha perso, “noi” occidentali abbiamo vinto prima ancora d’iniziare a combattere.

Chiarita l’impostazione di fondo (abbiamo già vinto) entriamo nel dettaglio. I nostri stili di vita sono sbagliati e richiedono in ripensamento. Abusiamo del tempo libero, studiamo poco, esageriamo con l’uso del web e dei media, perdiamo tempo e valori. Serve un’importante autocritica sulla nostra vita che è in troppi punti sbagliata. La dematerializzazione ad esempio, in uso nella scuola e nella PA, comporta dematerializzare i sentimenti e le idee. E’ solo un esempio. Quindi serve un grande e rapido recupero di dignità della cultura occidentale oggi ridotta ai minimi termini, come dei bamboccioni ubriachi che vagano per la città. A volte, nelle ore più piccole della notte del fine settimana, vedo ragazzi e ragazze semi nudi e scalzi che ubriachi vagano sui marciapiedi rientrando a casa dalla discoteca. Non è forse terrorismo anche questo? Si tratta di un terrorismo fatto in casa a nostro danno!

Il terrorismo di “loro” (quelli monoculturali, monoreligiosi, senza la considerazione della donna, che tagliano la gola e bruciano la gente in una gabbia etc.) ha successo se noi siamo disarmati, stanchi, ubriachi, distratti. Il terrorismo lo si vince non a Parigi o in Belgio ma oggi, sul libro di testo, pensando idee nuove, creando sentimenti diversi, amando di più e guardando di più. E’ qui che si vince il terrorismo. Il terrorismo sono i nostri cattivi pensieri, l’apatia e la noia (che sono delle malattie). Il terrorismo lo alimentiamo noi.

Qual’è il messaggio ai miei 187 cuccioli che quest’anno ho avuto l’onore di allevare (più che solo insegnare loro). Il messaggio è di considerare il terrorismo come il prezzo e il segnale che anticipa importanti cambi nel sistema di vita e di opporsi ad esso vivendo di più con maggiori idee e sentimenti creati oggi per stamattina. Serve nel mondo un modello di donna e di uomo che eviti di divorziare al 42% o di abbandonarsi al 60% nelle coppie non coniugate. Servono Donne e Uomini.

In gamba ragazzi e buona fortuna.