Anti europeista convinto e felice. La disgrazia del Macron (troppo giovane per incarichi di responsabilità) e l’hard Brexit sono motivi di soddisfazione.

Perchè sentirsi così tanto controcorrente? E’ facile. Non apprezzo la superficialità.

La globalizzazione è superficiale.

La Ue è superficiale.

La solidarietà verso gli immigrati è superficiale!

La voluta confusione tra sano e malato nell’omosessualità è superficiale.

L’uso-abuso del web è superficiale. Etc…

Vedo ragazzini che vivono con il cellulare in mano senza saper inviare una email. Soggetti che disconoscono word ed excel. Questo è superficiale.

Spesso incontro “baby-manager” pagati come impiegati, da cui si pretende la dirigenza e la soluzione dei problemi. Questo è superficiale.

Non riesco e voglio essere appiattito su parole “manifesto” come solidarietà. Questa è la mia vita dove lo spessore, i concetti e le idee contano.

La dematerializzazione è piattume tesa a cancellare la sostanza. La fattura elettronica è controllo di Stato per cui, tanto vale sia il Fisco a farci la dichiarazione Iva. La limitazione all’uso del circolante per salvare le banche è superficiale.

Su tutto questo io sono contro. Quindi OK a Trump, alla Brexit e alla caduta del Macron quindi alla Ue e infine all’euro.

L’anti europeista apprezza il successo della Ue in economia, ma ne riconosce il fallimento politico. L’Europa Unita politica possiamo anche cancellarla; non serve a nulla. Manca un contratto di lavoro europeo, una scuola comune etc..etc…

Essere anti europeista vuol dire anche osservare come la delocalizzazione abbia portato disoccupazione in Occidente.

Come già più volte qui scritto, la precarietà lavorativa è transitata in precarietà affettiva. L’instabilità al lavoro si replica nell’instabilità dei rapporti privati. Abbiamo quel 42% di divorzi che destabilizza la società. Va anche aggiunto il 60% di separazione tra coppie non coniugate.

Serve un ripensamento sugli ultimi 20 anni di globalizzazione. Queste sono le radici di un anti europeista che ragiona.