Dalla crisi se ne esce investendo! Questa è una feroce critica alla gestione della crisi socio-economica in Italia. Si colpisce sia l’azienda sia i governi successivi a quello Berlusconi.
Dalla crisi NON se ne esce con tagli selvaggi e ristrutturazioni della spesa. In realtà necessita un vero e impegnativo progetto d’investimento nazionale. La parola magica è ricerca & sviluppo.

Dalla crisi se ne esce investendo. E’ un concetto così elementare, che tutti sanno e pochi applicano. Che peccato! Come si esce dalla trappola della crisi che si concretizza con ridotte idee? Il ricordo corre al governo Berlusconi nell’anno 2011. Il nome del provvedimento si chiama credito d’imposta.

Il governo Berlusconi lanciò un credito d’imposta al 90% in fondo perduto. Significa che solo il 10% fu messo dalle imprese. Contrariamente alle aspettative NON è stato un successo. Le aziende sono rimaste ferme. Probabilmente l’ostilità preconcetta della Confindustria al Governo Berlusconi, ha giocato il suo ruolo. In effetti si dovrebbe aprire un fascicolo di riflessione sulla Confindustria, che non serve la Nazione e la comunità.

Comunque oltre alla Confindustria, che rema contro e il credito d’imposta del governo Berlusconi, resta la crisi. Certamente dalla crisi se ne esce investendo. Quello che si nota è la difficoltà (pigrizia) delle imprese nel fare ricerca. Tutti hanno la pretesa di vendere il prodotto sul mercato. Nessuno ha ancora capito che serve aprire delle sedi all’estero. Significa completare il ciclo di produzione sul mercato dove vendere. Il prodotto “made in italy” (fosse anche un mozzarella) va impostato in Italia. Quindi completato all’estero sul mercato di vendita. Per fare questo serve un processo di ricerca e sviluppo che solitamente è finanziato dallo Stato.

Il filmato qui offerto si riferisce alle spese militari e alla ricaduta sulla ricerca. Il concetto non cambia. Dalla crisi se ne esce investendo con o senza i soldi dello Stato.