La Repubblica di Salò fu la vera prima esperienza repubblicana italiana. Durò appena 20 mesi tra il settembre 1943 e l’aprile 1945. A seguire ci fu la seconda Repubblica figlia del referendum istituzionale del 1946. Dagli anni di tangentopoli al 2019 in Italia si sta vivendo nella Terza Repubblica.

Nel testo di Aurelio Lepre, La storia della Repubblica di Mussolini, a pagina 146 si discute di esercito. Già nel riassunto 3 al libro di Lepre questo argomento è stato introdotto. Ora siamo alla puntata 4 della serie restando concentrati sullo stesso tema.

LA FORMAZIONE DELLE FORZE ARMATE REPUBBLICANE

La Repubblica di Salò nacque per aiutare lo sforzo bellico tedesco. La formazione di un esercito italiano, per questo scopo, ne rappresentò un motivo costitutivo. Mussolini fu nel dubbio se puntare tutto sulle milizie o ricostruire un esercito.

Ben presto i tedeschi, in particolare Goebbels, si resero conto che lo spirito combattivo italiano era teorico. Solo il fascismo s’impegnò nella ricerca di una certa combattività per gli italiani senza riuscirci. Esperimento che non ebbe successo. Motivo per cui l’intera esperienza fascista fu già considerata chiusa dai tedeschi.

Con questi giudizi, non privi di fondamento, la Repubblica di Salò nacque sostanzialmente morta nel panorama politico di allora.

Nonostante ciò Mussolini cercò, con il Generale Graziani di ricostruire l’esercito nazionale repubblicano. Questo anche perché il Duce non ebbe mai un vero esercito al suo comando. Per l’intero Ventennio, l’E.I. restò fedele più al Re che al Duce. Il Capo del fascismo volle affidarsi a Graziani giocando sull’antagonismo del primo verso Badoglio. Non solo. Poco prima del Gran Consiglio del 25 luglio 1943, Graziani si dichiarò fedele a Mussolini. Pur criticando pubblicamente il Generale Graziani, Mussolini non dimenticò la promessa di fedeltà del militare che chiamò a sé per Salò.

In un primo tempo Graziani pensò di formare 10 divisioni per l’esercito fascista. Ciò produsse le immediate proteste di Ricci, Capo della milizia fascista. In parole povere, Ricci rivendicò l’autorità su quanto poteva esserci d’armato e fascista. A Graziani non restò altro che formare un esercito repubblicano “fuori” dal perimetro ideologico fascista.

Alla fine e sul piano pratico, Graziani riuscì a organizzare 4 divisioni che furono addestrate in Germania. Una divisione di alpini e 3 di fanteria. Il 9 novembre 1943 partirono le cartoline di richiamo alle armi.