Ragazzini morti in discoteca. Non si parla altro nei TG italiani il che oggettivamente stanca e annoia. La domanda che nessuno vuole porsi è un’altra: che ci fanno dei minorenni di notte in discoteca?

Una valutazione così cruda e diretta non può che indignare i genitori, reali responsabili di quanto accaduto. Tutto ciò dispiace, ma restano comunque degli interrogativi.

Poco consola la parte penale della vicenda relativa a un voluto sovraffollamento per far cassa. Certamente il proprietario del locale andrà in galera senza ritegno, ma ci sono dei complici: i genitori.

IL GENITORE E’ IL RESPONSABILE DELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI.

SI TRATTA DI UN CONCETTO ANTICO DI 50MILA ANNI. TALE RESPONSABILITA’ ESPONE ANCHE ALL’IRRESPONSABILITA’.

I ragazzini morti in discoteca, esaminando i fatti sul versante della responsabilità del genitore, appaiono vittime di una cultura permissiva. Il genitore che abdica al suo ruolo di guida, porta i figli alla morte/vizio. 

Spesso, invitando i ragazzi a studiare 4-5 ore al giorno, rispondono: ma io ho una vita privata! Udendo queste parole viene da sorridere. I ragazzi non hanno una vita privata; sono figli e come tali studiano per formarsi.

Non c’è vita privata in famiglia per crescere. Chiunque abbia detto il contrario sbaglia.

Negli anni Sessanta (prof. Spock) si disse che bisognava lasciar sviluppare la creatività dei figli. Fu un bel concetto.

60 anni dopo (2018) osservando il 42% di divorzi e il 60% di abbandoni nelle coppie non coniugate, sorge un dubbio. Vuoi vedere che gli attuali “adulti” sono immaturi?

L’immaturità a cui ci si riferisce qui è quella dell’assenza d’assunzione di responsabilità nell’educazione verso i figli. 

Quando invece il genitore è maturo?

La maturità comporta lo sviluppo di un modello comportamentale sul minore per dare un esempio. Grazie allo schema che il genitore offre al figlio, si possono sviluppare dei confronti e quindi crescere.

E’ l’assenza di schemi che lascia alla deriva i ragazzi.